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VIVA L'ITALIA



VIVA L’ITALIA!!

Carissimi Associati,

  abbiamo appena celebrato il centocinquantesimo compleanno della nostra unità, e come associazione di laici, cittadini di questa Nazione, non possiamo esimerci dal compiacerci di vivere questo evento storico. L’unità è comunque e sempre un valore positivo.
 Nessuno vuol nascondere le difficoltà in cui si dibatte la nostra società, ma ritengo che la realtà civile sia molto migliore di quella che viene presentata dagli organi di informazione a differenza di quella politica che vive una stagione di stagnazione, tra mediocrità degli attori, arroccati a palazzo e autoreferenziali, con una scarsa idealità e progettualità, che non da speranza alla gente e fa intravedere un futuro problematico.
Gli irrisolti problemi della disoccupazione, soprattutto giovanile, dell’assenza di una seria politica per la famiglia, che condanna la nostra società ad un irreversibile invecchiamento, di una presenza reale dello Stato nei territori, che crea anarchia e delinquenza con intere popolazioni ostaggio della malavita, con un impoverimento della cultura, privata delle necessarie risorse, reclamano a gran voce l’impegno e il coraggio di tanti.
 Nessuno può esimersi, soprattutto noi cattolici, dall’impegno civile che si traduce nella partecipazione democratica alla vita del paese. E’ nostro dovere essere cittadini irreprensibili che rispettano le regole della convivenza, le leggi dello Stato e partecipano attivamente, ognuno per la propria parte, ai doveri democratici a partire dall’espressione del voto, alla partecipazione attiva nell’agone politico con il bagaglio dei nostri valori e la freschezza e dinamicità che ci viene dal Vangelo.
 Per quanto ci riguarda, come associazione di cristiani laici, siamo particolarmente tenuti a sostenere la nostra Nazione e tutti coloro che hanno responsabilità, a tutti i livelli, con la preghiera. Alla domenica con un’apposita invocazione nella Preghiera dei Fedeli durante la Santa Messa e nel resto della settimana con la preghiera quotidiana, ma anche nei nostri momenti di preghiera e adorazione comunitaria, dedicando a questa intenzione un particolare momento.
 Auspico che questo anniversario dell’unità porti una feconda occasione per un rinnovamento del sentimento nazionale, per il miglioramento del senso civico, per una più adeguata comprensione della nostra storia, perché non sia stato vano il sacrificio di tanti che hanno dato la vita per la sua costruzione.
 In questo anno celebrativo dell’Unità Nazionale si inserisce anche una ulteriore occasione di riflessione la celebrazione del Congresso Eucaristico Nazionale di Ancona. L’evento ci porta a ricordare che il primo Congresso Eucaristico Nazionale, indetto da papa Leone XIII, svoltosi a Napoli dal 19 al 22 novembre 1891, oltre ad essere il primo grande evento a carattere nazionale della giovane Nazione, seppure svolto in un periodo in cui ogni manifestazione pubblica di fede era violentemente osteggiata, assumeva per il Papa una valenza pastorale per riscoprire l’avvenimento cristiano nella sua integrità divino-umana e spronare i cattolici. E’ stato un tentativo di galvanizzare, anche a livello sociale, la comunione tra i cattolici per una più incisiva presenza. In questo stesso anno pubblicò la lettera enciclica “Rerum Novarum”, che ha confermato e ha dato un impulso decisivo ai cattolici nella società. L’evento fu tuttavia un trionfo per l’insperata rispondenza del popolo, segno evidente che uno dei pochi elementi unificanti della nuova Nazione era proprio la comune religione cattolica, da secoli radicata nelle italiche popolazioni, con al centro l’Eucaristia, fonte e culmine dell’amore di Dio per l’Uomo.
 Centocinquantanni dopo l’unificazione, noi cattolici ci ritroviamo ad Ancona, dal 3 al’11 settembre, per celebrare il XXV° Congresso Eucaristico, in una nazione sicuramente meno religiosa, con una ostilità laicista meno marcata ma sempre presente, ma nella quale le basi culturali e civili del comune sentire sono segnate proprio dal pensiero cristiano. Riscoprire queste radici comuni, porre al centro l’Eucaristia, fare comunione tra noi può essere nuovamente un elemento unificante per la nostra amata Nazione.
 Da Leone XIII a Benedetto XVI, tutti i papi hanno avuto a cuore le sorti dell’Italia, mi piace ricordare che proprio a Loreto, Giovanni Paolo II, nel dicembre 1994, concluse la grande preghiera per l’Italia, iniziata un anno prima in S. Pietro, e accese per la prima volta la lampada che arde per l’Italia nella Santa Casa dove ogni mattina si rinnova il rito e la preghiera.
 Insieme ed all’unisono gridiamo Viva l’Italia!

                                                                                     Paolo Baiardelli
                                                                                    Presidente ALER
 

 PREGHIERA DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II
PER L'ITALIA
Martedì, 15 marzo 1994
 
O Dio, nostro Padre,
ti lodiamo e ringraziamo.
Tu che ami ogni uomo e guidi tutti i popoli
accompagna i passi della nostra nazione,
spesso difficili ma colmi di speranza.
Fa’ che vediamo i segni della tua presenza
e sperimentiamo la forza del tuo amore, che non viene mai meno.
Signore Gesù, Figlio di Dio e Salvatore del mondo,
fatto uomo nel seno della Vergine Maria,
ti confessiamo la nostra fede.
Il tuo Vangelo sia luce e vigore
per le nostre scelte personali e sociali.
La tua legge d’amore conduca la nostra comunità civile
a giustizia e solidarietà, a riconciliazione e pace.
Spirito Santo, amore del Padre e del figlio
con fiducia ti invochiamo.
Tu che sei maestro interiore svela a noi i pensieri e le vie di Dio.
Donaci di guardare le vicende umane con occhi puri e penetranti,
di conservare l’eredità di santità e civiltà
propria del nostro popolo,
di convertirci nella mente e nel cuore per rinnovare la nostra società.
Gloria a te, o Padre, che operi tutto in tutti.
Gloria a te, o Figlio, che per amore ti sei fatto nostro servo.
Gloria a te, o Spirito Santo, che semini i tuoi doni nei nostri cuori.
Gloria a te, o Santa Trinità, che vivi e regni nei secoli dei secoli.
Amen.