Storia - Le radici spirituali

Le radici spirituali

(P.Stanislao Santachiara, Cappuccino)

L’opera del P. Agostino da Civitanova — l’Associazione Eucaristica Riparatrice — è sorta da un movimento spirituale sempre esistito nella Chiesa, ma particolarmente vivo agli inizi di questo secolo.

Con il termine "riparazione" si è sempre indicata la partecipazione dei cristiani all’opera redentrice di Cristo sia nel suo aspetto negativo, in quanto espiazione del peccato, sia nel suo aspetto positivo, in quanto restaurazione e ricostruzione della vita divina nelle anime. In ogni caso il peccato è sempre presente in quanto offesa di Dio e distruzione del suo amore nel cuore dell’uomo.

Spesso l’accento viene posto anche in un atteggiamento di "compassione" o di "partecipazione" alle sofferenze di Cristo con l’intento di consolarlo per le offese che rattristano il suo cuore.

Riti di culto e pratiche ascetiche miranti alla riparazione del peccato sono state sempre presenti nella religione. La dottrina cattolica della soprannaturale solidarietà di tutti i redenti nel mistero della comunione dei santi ne ha esaltato il significato e la necessità.

Tuttavia l’idea riparatrice, legata a questo mistero, messa però in diretto rapporto con l’amore e le sofferenze di Cristo, ha avuto particolare sviluppo solo nell’alto medioevo. Il primo a citare le parole del salmo:
"Ho cercato qualcuno che mi consolasse e non l’ho trovato", fu proprio san Bonaventura nell'opuscoletto "Vitis mystica". Ma le espressioni "riparare", "compensare" per le of fese fatte al Signore si trovano frequentemente solo negli scritti di grandi anime misti - che come santa Matilde e santa Gertrude. Chi soprattutto portò alla ribalta il concetto di riparazione fu santa Maria Mar gherita Alacoque, in seguito alle famose visioni di Paray-le-Monial, che sono all’origine della grande dif fusione della devozione al S. Cuore di Gesù, la quale venne così legata strettamente alla spiritualità riparatrice. Questa assunse spesso due aspetti:
  1. quello di offrirsi vittima per i peccati degli uomini quasi in obbedienza ad una esigenza di giustizia nei confronti di Dio;
  2. quella piuttosto mirante a consolare il Signore offeso e ricambiare il suo amore rispondendo così ad un’esigenza d’amore.

Questa spiritualità riparatrice ha conosciuto una straordinaria dif fusione alla fine del secolo XIX e agli inizi del secolo XX, soprattutto ad opera di grandi apostoli del culto al Cuore di Gesù, che non solo istituirono numerose famiglie religiose maschili e femminili con finalità di riparazione, ma anche opere che sono strettamente collegate alla riparazione, come l’Apostolato della preghiera e l’intronizzazione dell’immagine del Cuore di Gesù nelle famiglie cristiane.

Ovviamente l’idea riparatrice si concretizza anche in pratiche riparatrici come: Messa e comunione, adorazione e ora santa eucaristica, durante la quale si meditava particolarmente la passione del Signore; giornate dedicate alla riparazione, preghiera riparatrice e ammenda onorevole — la cosiddetta guardia d’onore —, il primo venerdì del mese — sempre affollatissimo a quei tempi — e la stessa Festa liturgica del Sacro Cuore.

Alla Chiesa non sfuggì questo fervido movimento devozionale; anzi, nel 1928 Pio XI, con l’enciclica "Miserentissimus Redemptor", l’incoraggiò e diede lo statuto preciso dell’idea riparatrice, ritornandovi ancora una volta, nel 1932, con l’enciclica "Caritate Christi". Attraverso le direttive del Magistero si ebbe così una forma equilibrata e matura della spiritualità riparatrice, che conteneva una visione globale del mistero cristiano, in quanto, tenendo conto di tutte le varie dimensioni del peccato, che è insieme offesa fatta a Dio, ingiuria all’amore di Cristo, ferita inferta al Corpo mistico, disordine introdotto nel mondo, aiutava anche a scoprire e a comprendere tutte le potenzialità e dimensioni dell’amore riparatore, che è insieme espiazione del peccato, restaurazione della vita divina, ritorno della creatura all’amore del Creatore ed esercizio altissimo del carattere profetico, sacerdotale e regale di ogni battezzato.

In questa temperie di fervore nacquero anche for me particolari di riparazione come quelle per i peccati di singole categorie di persone oppure per le ferite inferte alla Chiesa dai metodi persecutori di ideologie ateizzanti o anche per le offese fatte al Signore nella sua presenza eucaristica.

Più tardi, con il dif fondersi delle rivelazioni di Fatima o di altre dello stesso tipo, la riparazione passò ad avere per oggetto anche le offese al Cuore Immacolato di Maria.

L’opera del P. Agostino è senza dubbio frutto di questo movimento spirituale.

Egli dice di essersi sentito pervaso, fin dagli anni Venti, da un desiderio vivissimo e profondo di "onorare convenientemente Gesù nel Santissimo Sacramento e quindi anche di fondare un gruppo di anime generose che riparassero le tante offese che Gesù riceve nel suo Sacramento di amore".

Di tutto questo si comprende che l’oggetto della riparazione, come concepita dal P . Agostino, è legata strettamente alla presenza eucaristica, che è la più alta espressione d’amore di Gesù per l’umanità.

Non si tratta quindi di riparazione del peccato in genere, che ferisce l’amore di Dio e porta gravi conseguenze per il Corpo mistico, ma di una riparazione che riguarda una particolare altissima espressione dell’amore divino. Era dunque un’associazione originale quella che egli si accingeva a fondare, che doveva avere una sua vita e una sua diffusione, senza interferire in altre associazioni consimili.